Il trattamento dell’Iperparatiroidismo Secondario richiede un approccio olistico che tenga in considerazione tutti i parametri chiave relativi alla Malattia Renale Cronica e alle patologie minerali ossee. [8]

Il trattamento dell’Iperparatiroidismo Secondario ha come obiettivo il recupero dell’omeostasi minerale e possibilmente ridurre il rischio di complicazioni ossee e cardiovascolari. [4] [5] [6] [7]

L’approccio ideale include:

• Aumento di 25(OH)D (25-idrossivitamina D)
• Riduzione dell’Ormone Paratormone
• Minime modifiche ai livelli di calcio, fosforo e FGF-23 [8]

Secondo studi randomizzati e controllati, la vitamina D nutrizionale è inefficace per ridurre i livelli di Paratormone e può anzi ritardare una terapia efficace.

All’opposto, la vitamina D attiva può ridurre il Paratormone ma non incrementa il livello di 25(OH)D (25-idrossivitamina D) [8] [13]

• In pazienti con Malattia Renale Cronica tra lo stadio G3a e lo stadio G5D, i trattamenti vanno basati sui livelli di fosforo, calcio e Paratormone considerati insieme
• Nei pazienti con Malattia Renale Cronica non in dialisi, non è stato possibile individuare un livello ottimale di Paratormone. È consigliabile valutare pazienti con livelli di Paratormone in crescita o continuamente sopra il limite normale in funzione di fattori modificabili, includendo iperfosforemia, ipocalcemia, elevate assunzioni di fosforo e carenza di vitamina D.
• Nei pazienti adulti con Malattia Renale Cronica tra lo stadio G3a e lo stadio G5 non in dialisi, si suggerisce che la vitamina D attiva e i suoi analoghi non siano usati di routine (2C). È ragionevole riservarne l’uso per pazienti con Malattia Renale Cronica tra lo stadio G4 e G5 con elevato e crescente iperparatiroidismo.

Le linee guida KDIGO citano il fatto che al momento non ci sono studi con la vitamina D nutrizionale in grado di ridurre il Paratormone. Pertanto «questa terapia rimane non dimostrata». [7]